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.»«Oh», fece Eileen.«Credo che tu non abbia parlato con tua figlia.»«No, infatti», si affrettò a rispondere Nora.«Non penso che la sentirò questo fine settimana.»«Be’, l’unica ragione per cui Jack mi ha chiamato…» cominciò Eileen.Nora l’ascoltò ragguagliarla su quello che era accaduto all’inquilina dei suoi amici Carpenter.«…così ho detto a Jack che avevamo una chiave della loro casa che potevano usare.Dorie e io teniamo una copia delle reciproche chiavi in caso di emergenza.»«Cos’hanno trovato?» chiese Nora.«Non lo so.»Nora era sbalordita.«Non lo sai?»«Jack non ha ancora richiamato.Sono sicura che più tardi lo farà.Non volevo disturbarlo nel caso stessero ancora lavorando con la polizia.»Se Regan e Jack fossero stati a casa mia e fosse successo qualcosa del genere, pensò Nora, non sarei riuscita a non telefonare ogni cinque minuti, polizia o non polizia.«Mio Dio, Eileen, dev’essere stato uno choc terribile.È davvero un peccato per quella donna.»«Certo.E il nostro custode è il ragazzo più dolce che ci sia.Mi dispiace tanto per lui.È sconvolto.»Nora ricordò un corso di letteratura che aveva seguito al college.Il professore diceva che alcuni dei sentimenti più tristi sperimentati dalla gente sono quelli che si provano quando si pensa a «quel che avrebbe potuto essere».«È comprensibile che sia sconvolto», ammise Nora, «chiamerò Regan più tardi questo pomeriggio per saperne di più.»«Sentiamoci di nuovo la settimana prossima e fissiamo il giorno in cui cenare insieme.»Nora riagganciò e portò il telefono in cucina.«Che cosa è successo?» chiese Luke.«Stai bene?»«Aspetta di sentire questa», rispose lei, informandolo su quel che Eileen le aveva detto, poi compose frettolosamente il numero del cellulare di Regan.«Non riesco a credere che quella donna sia stata trascinata in mare.È molto triste.So che avevamo deciso di non chiamare, ma adesso è diverso.Voglio sapere cosa sta succedendo…»Luke annuì.Trascinata in mare, pensò.Occupandosi di pompe funebri, sapeva com’era penoso per le famiglie quando non c’era una tomba su cui piangere, né ceneri da custodire.23Reed balzò su dal divano quando Olivia entrò di corsa nell’appartamento.«La mia mattina è andata bene», si affrettò a rispondere.«Mi sto preparando per la riunione di questo pomeriggio.»Olivia si avvicinò, gli buttò le braccia al collo e lo baciò.«Abbiamo chiuso l’ufficio presto.Quando ritornerai, avremo l’intero weekend per noi.Finalmente! Non sopporto tutti questi viaggi di lavoro!»Era da poco a Boston quando aveva incontrato Reed.L’azienda per cui lavorava stava aprendo sedi in tutto il mondo il che significava che doveva viaggiare spesso.Boston era l’ultima città che la società aveva nel mirino.Il capo di Olivia aveva detto che se fosse andata ad abitare lì non avrebbe dovuto trascorrere tanto tempo per la strada, il che l’aveva sollevata molto.Si era trasferita in un albergo del centro, con l’intenzione di cercare un appartamento, anche se non aveva mai tempo per farlo.I viaggi erano diminuiti, ma le pesavano lo stesso.Poi aveva incontrato Reed.Si erano innamorati e lui l’aveva convinta a trasferirsi a casa sua.Stava cercando di concentrarsi.Risentiva ancora di quel che aveva scritto Ellen su di lui.«Trascorreremo un magnifico fine settimana», concordò.«Seduto, seduto», gli disse Olivia.«Non voglio interrompere il tuo lavoro.Che ne dici se preparo qualcosa per pranzo?»«Volentieri», mentì.Aveva lo stomaco in subbuglio.Finirò con il perderla, pensò, mentre lei si allontanava, canticchiando un motivetto.Non posso permettere che accada.Si passò una mano tra i capelli e si accorse di essere sudato.A Ellen non bastava tutto il suo successo? Non poteva lasciarlo in pace? Avrebbe continuato in eterno con quella storia? Temeva di sì.Come un cane con l’osso, Ellen non avrebbe mai mollato.Reed mangiò svogliatamente e Olivia se ne accorse.«Posso prepararti qualcos’altro? Vuoi del…»«No», si affrettò a rispondere lui, poi sorrise.«Sono preoccupato per la riunione di oggi
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